Parma e il club il più premiato in Europa e chi tiene il più grande palmares di baseball italiano. Situato in una regione dove la passione per questo sport fa parte della cultura. Parma ha creato un sistema di franchigia molto sviluppato con circa 19 club affiliati, un bel numero di sponsor e della infrastrutture di alto livello. Gilberto Girali, manager di Parma ed e nel club da 20 anni. E anche bench coach della squadra nazionale, e ha avuto la responsibilità di allenare la selezione europea durante l’ultimo torneo in Asia. Intervista con un stratego, un vero appassionato del baseball.
The Strike Out : Buongiorno, può presentarci ai lettori francesi?
Gibo Gerali : Buongiorno a tutti i lettori…Gilberto “Gibo” Gerali classe 1961,una passione nata grazie a papà Sante e che dall’età di 8 anni mi ha portato a stare sui campi. Dalla mitica società Astra (fucina di grandi campioni del passato) passando per svariate squadre del territorio (Parma Bc, Crocetta, Parma, Reggio, Collecchio) alternandomi sul monte di lancio e difendendo il cuscino di prima base. Giocatore di scarsa levatura ma con una spiccata curiosità per il gioco, resa ancor più grande da un anno di permanenza negli Stati Uniti all’età di 17 anni. La somma di questi due fattori ha fatto sì che iniziassi presto la carriera da allenatore che ha portato a trasmettere il mio entusiasmo e le mie conoscenze sui campi di Collecchio, Parma, Reggio e ancora Parma (inframezzate da esperienze dirigenziali come General Manager a Collecchio e Parma). Infine non posso tralasciare il mio incarico di bench coach a partire dal 2007 con la Nazionale italiana e il ruolo di Manager della selezione europea all’Asian Winter League dell’inverno scorso. Ed una parentesi come scout Europeo per i Colorado Rockies.
TSO : Il vostro club ha conosciuto un bel periodo nei anni 1970 – 2000, poi e diventato più complicato di dominare il campionato italiano, come può spiegarci questo? Più concorrenza da gli altri clubs?
GG : Sicuramente sono stati più fattori: innanzitutto è giusto dire che anche negli anni d’oro Parma non è mai stata dominatrice assoluta ma ha sempre avuto una competizione molto agguerrita.. negli anni si sono alternate squadre che hanno vinto quanto o più di Parma: Nettuno, Rimini, Bologna, Grosseto e sono tuttora lì al vertice a parte Grosseto per i noti problemi societari che ne hanno compromesso la sopravvivenza. Poi è uscita la realtà San Marino e nel contempo la mia società ha subito la crisi economica che ha attanagliato lo sport in generale a Parma e quindi sono stati anni dove le possibilità di operare erano inferiori ad altre realtà e lo sono tuttora.
TSO : Il vostro club ha sempre avuto la stessa strategia o ha cambiato? Meno reclutamento e più promozione dei giovani in interno?
GG : Negli anni passati, quando le risorse economiche erano maggiori, le possibilità di operare su mercato estero e non, venivano di conseguenza e quindi scelte più di qualità, almeno sulla carta. Ora abbiamo focalizzato il target sui giovani delle società limitrofe aderenti alla franchigia ed i risultati sono molto confortanti.
TSO : Mauro Mazzotti ci ha dichiarato che il sistema di franchigia era possibile solo per Parma e Nettuno, condivide questa opinione?
GG : E’ un dato consolidato nel tempo quello che Parma e Nettuno producano il numero maggiore di giovani atleti : questo grazie ad un’attività giovanile prospera, curata e ben gestita. Il baseball a Parma e a Nettuno è tradizione, è cultura, è ben radicato nel territorio e vede un numero importante di società minori lavorare ogni giorni per produrre i campioni di domani.
TSO : E vero che il vostro club ha tessuto una rete che sembra essere il più importante d’Italia, quali sono le ragione? Possiamo dire che siete uno dei posti centrali o Il posto centrale del baseball in Italia?
GG : Questo non spetta a me dirlo, però come dicevo prima, le società minori a Parma lavorano molto e bene sui settori giovanili ed i numeri e le vittorie lo confermano ogni anno. Poi non va dimenticato il grande lavoro fatto da Paolo Zbogar con la Franchigia Parma per tessere collaborazioni con società al di fuori del nostro comprensorio…abbiamo “intrecci” interessanti con società del Veneto, Friuli, Piemonte, Lombardia….se mai fossimo davvero il posto centrale del baseball in Italia, il merito è tutto di questa gente che lavora per promuovere l’attività giovanile.
TSO : Più generalmente che ne pensa del sistema di franchigia e Liga chiusa? sarebbe benefico al baseball italiano anche se non sembra stabile per il momento ?
GG : Penso che al momento il sistema sia stato abbandonato e comunque andrà rivisto secondo le esigenze che il movimento esprime. Il campionato chiuso vorrebbe dare stabilità e certezze ma, allo stato attuale, purtroppo c’è poco di entrambe le cose.
TSO : Cosa spiega la longevità di Parma al più alto livello nel campionato italiano e nel Europa? Cosa sono le vostre principale linee di sviluppo?
GG : Devo ancora ripetermi: a Parma esiste tradizione, cultura e soprattutto passione per il nostro sport. Questo ci permette di avere sempre uno zoccolo duro di appassionati che ci segue, dei dirigenti che mettono tempo e denaro per gestire le squadre in maniera ottimale. Siamo in un certo senso un’isola felice….
TSO : In quanto tempo possiamo sperare vedere la squadra tornare ad essere quella che ha il più titoli di Champions Cup? Come vede l’evoluzione del livello europeo?
GG : Non ci siamo dati scadenze precise, vorremo tornare ai vertici in tempi brevi ma vogliamo farlo con i nostri giovani e questo richiede tempo. Non vogliamo affrettare i tempi, la loro crescita è più importante di una vittoria…anche se è più che normale che tutti si voglia vincere. Il baseball europeo è in continua crescita: ora Germania, Spagna, Francia, Repubblica Ceca sono realtà importanti.. anni fa Olanda e Italia superavano le squadre citate prima con risultati larghi e prevedibili. Ora il gap si è ridotto notevolmente ed è un bene per tutto il movimento.
TSO : Il club ha uno dei più belli stadi in Europa, sente entusiasmo attorno alla vostra franchigia? Come valuta la qualità delle infrastrutture parmigiana paragonata a quella in Europa?
GG : La nostra struttura è sicuramente un fiore all’occhiello per il baseball italiano anche se purtroppo proprio in questi giorni si sta completando un importante intervento di manutenzione per ovviare a gravi problemi di funzionalità. L’entusiasmo lo dobbiamo creare noi giocando un buon baseball, cercando di offrire uno spettacolo adeguato.
TSO : Cosa gli piacerebbe cambiare attualmente nel baseball italiano se ne aveva la possibilità ?
GG : Mi piacerebbe vedere il nostro baseball che passa al professionismo, con un numero di praticanti importanti, con dirigenti e giocatori che pensano e vivono il baseball quotidianamente, con sponsor che ci sono vicini cosi come i media….insomma un’utopia per ora…
TSO : Lei ha avuto l’occasione di condurre la team Europea al torneo dell’Asia, una squadra che era composta di giocatori molto giovani in opposto a quella in Giappone. Conserverà questo posto al prossimo torneo? La squadra sara cosi giovane che quella dell’Asia?
GG : La decisione non spetta a me ma ai vertici della WBSC. Posso dire di aver trascorso un mese molto intenso e ricco di soddisfazioni. Un’ esperienza positiva in tutti i sensi, che spero si possa ripetere a prescindere dalla mia presenza. E’ un importante opportunità di crescita sia per lo staff tecnico che soprattutto per i giocatori. L’età dei ragazzi non penso sia tanto importante quanto gli obiettivi che questa selezione si vuole dare…ritengo sia giusto dare spazio ad atleti di talento che possano aumentare il loro bagaglio tecnico grazie ad una ventina di partite in cui si gioca ad un livello competitivo nettamente superiore allo standard abituale.
TSO : E anche bench coach per la selezione italiana, pensa che la federazione ha fornito tutti mezzi per permettere all’Italia di esprimere il suo massimo potenziale ?
GG : La federazione ritengo stia facendo il massimo per i mezzi che ha a disposizione: è logico che se le possibilità economiche fossero maggiori si potrebbero pensare altre strategie o iniziative ma lo stato attuale non lo permette. L’eventuale ritorno del baseball alle Olimpiade aprirebbe sicuramente altri scenari….
TSO : Visto che lei conosce bene gli giovani talenti in Italia, può darci qualche nomi di giocatori che pensa potrebbero fare una carriera negli Stati Uniti?
GG : E’ una domanda molto difficile : negli USA c’è una competizione terribile e il ragazzo italiano non è sempre preparato ad affrontare sfide e difficoltà lontano da casa. Ragazzi provenienti da altre realtà, pur con un talento pressoché simile, riescono ad avere più successo perché hanno più “fame”. Abbiamo diversi ragazzi nelle minors…Gasparini, Celli, Giordani, Colagrossi, ed ora anche Scotti, Coveri e Ciarla spero che riescano ad arrivare il più in alto possibile…fanno quello che gli piace ma c’è bisogno anche di tanto sacrificio. A volte mi chiedo se non fosse meglio un passaggio dal college prima del professionismo…potrebbe essere argomento di discussione…