Intervista con Giuseppe Mazzanti di Nettuno

Nel 2016 dopo Cristo tutta l’Italia e appassionata di football… Tutta? No! Una città della regione romana, abitata da irriducibili nettunesi, resiste a questa invasione, ancora e sempre all’invasore. A Nettuno tutti gli ragazzi sognano di giocare nel più bel campo di baseball di Europa. Giuseppe Mazzanti era uno di loro. Oggi, a 33 anni, il capitano della squadra si e affermato come l’uno dei migliori giocatori italiani.
The Strike Out : Lei e nato a Nettuno, un posto che ha per sopra nome “La piccola America” visto che e forse l’unico posto in Europa dove il baseball e il sport numero 1, era un evidenza che ha scelto questo sport?
Giuseppe Mazzanti : Qui a Nettuno il baseball è lo sport numero 1, ne senti parlare in ogni angolo della città, fra la gente nei bar, nelle strade ed i giocatori sono conosciuti dalla maggior parte della cittadinanza. Quindi non puoi fare a meno, fin da piccolo, di giocare a baseball, anche se la mia carriera sportiva è iniziata giocando a calcio.
Ogni ragazzo da piccolo ha il sogno di giocare un giorno nello stadio di baseball più bello d’Europa per la prima squadra quindi non puoi fare a meno di giocare a BASEBALL.
 
TSO : Puo parlarci concretamente del posto che occupa il baseball in questa città? Esiste una passione attorno della squadra? 
G.M : Questo sport è molto sentito in questa cittadina come già detto, viene seguito da gran parte della cittadinanza: in ogni posto tu vada, tutti sanno cos’è il baseball e tutti lo seguono con passione dal ragazzino alle persone più anziane, infatti come si può vedere dalle statistiche è lo stadio seguito da più tifosi di tutta Italia. 
TSO : Sembra molto legato a Nettuno, perché (essere) è partito due anni a Rimini prima di tornare?
G.M : Ho giocato per tutte le categorie giovanili con il Nettuno dai ragazzi alla IBL senza mai cambiare maglia, però c’è stato quel 2013 dove ho vissuto, a livello societario, il peggior anno in cui abbia mai giocato, cosi l’anno seguente decisi di andare a Rimini per trovare nuovi stimoli e cercare nuove vittorie come poi è accaduto: ho vinto il mio primo campionato l’anno passato con il Rimini, ma adesso c’erano le condizioni (cambio di società) per tornare e salvare il baseball a Nettuno allora non potevo fare altrimenti che rimettimi in gioco  per la mia città nella quale sono nato e cresciuto.
TSO : Tra la sua prima stagione in Italia et questa che sta giocando quest’anno, quali sono stati gli cambiamenti maggiori che ha vissuto? 
G.M : Il mio esordio risale al 1999 quando avevo soli 16 anni. Il campionato era a 12 squadre e si giocavano tre partite di cui una destinata allo straniero una all’italiano ed una dovevi avere almeno tre under 21 in campo, c’era più possibilità per un ragazzo giovane di giocare almeno una partita, oggi il campionato è di sicuro di livello un pò più alto dato che delle tre partite due sono del lanciatore straniero, quindi il ragazzo esordiente ha meno possibilità di giocare…Oggi incontri anche molti più stranieri avendo cinque visti a disposizione per ogni squadra, mentre prima c’erano molti fuoriclasse italiani dato che c’era più spazio per crescere.
TSO : Lei e uno dei miglio giocatori della IBL, cosa spiega la vostra longevità a un alto livello? Quale credito della qualità delle infrastrutture e lo staff di Nettuno nel suo successo? 
G.M : Quello che mi ha portato ad oggi essere un giocatore affermato sono l’umiltà ed il tanto spirito di sacrificio nel fare la cosa che mi piace più al mondo cioè giocare a baseball, sicuramente in parte devo ringraziare anche il Nettuno baseball e le persone che hanno creduto in me.
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TSO : Il vostro club e quello che ha il più alto numero di titoli in Italia, pero non riesce a vincere lo scudetto d un momento, cosa può spiegare questo periodo vuoto? Quali sono gli obiettivi del club quest’anno ?
G.M : Si il nettuno baseball è la squadra che ha vinto più titoli in Italia però sono 14 anni che non vince un campionato per me si dovrà ricreare, a partire da questo anno, un clima in cui gli atleti giocano con il cuore e per la maglia come successe negli anni 90 con la squadra che per la maggior parte era composta da giocatori nettunesi con l’aiuto di qualche straniero. Sottolineo però che in questi anni il club ha vinto 2 champion cup e una coppa italia e ha giocato 5 finali scudetto quindi manca solo lo scudetto.
TSO : Lei era il primo italiano a partire per giocare a gli Stati Uniti, che ne pensa di questa esperienza? Ha conosciuto giocatori che stanno ancora in la MLB oggi?  
G.M : Della mia esperienza negli USA ricordo tutti i minimi particolari è stata favolosa forse devo anche a questa parentesi in America se sono cresciuto come giocatore ed ho acquisito più esperienza. Ho conosciuto tantissimi giocatori fantastici come il pitcher Garcia (ora si è ritirato) Soriano ex New York Yankees Dobbs ex terza base dei Phillies tra quelli che mi vengono in mente. 
TSO : Anche se ci sono ancora un po di difficoltà per metterlo in posto, cosa pensa del sistema della franchigia e la liga chiusa in Italia? 
G.M : La franchigia è un ottima idea per far crescere soprattutto giovani ma in Italia non si può fare perché non c’è questa vasta scelta di giocatori come in America. 
TSO : Quali sono le asse di evoluzione del baseball italiano? L’Italia ha mezzi di produrre un nuovo Alex Liddi ?  
G.M : Per me dovrebbero fare una lega Europea e giocare almeno 5 partite a settimana con contratti professionistici ma purtroppo siamo lontani anni luce per fare questo, non ci sono abbastanza sponsor per fare una cosa simile come si può vedere anche in Italia siamo rimaste in 7 squadre. In Italia ci sono ottimi giocatori resta il fatto però che qui fanno la differenza ma quando arrivi negli stati uniti sei un giocatore buono come tanti altri….per me è anche questione di fortuna.
TSO : Quali sono stati gli fatti maggiori della sua carriera nazionale e internazionale? 
G.M : In nazionale praticamente ho iniziato a 11 anni con i ragazzi e poi le ho fatte tutte fino alla seniores, i fatti più importanti sono stati sicuramente le olimpiadi ad Atene gli europei vinti nel 2010 per non dimenticare l’esperienza più bella il World baseball Classic 2009.
TSO : Come vede la progressione della selezione nazionale italiana, ci sono abbastanza incontri durante la stagione per essere competitivi durante i torneamenti? 
G.M : La nazionale italiana da qualche anno a questa parte ha ottenuto importanti successi come due titoli europei, terzi alla coppa intercontinentale e soprattutto il passaggio del turno al world baseball classic… riamane il fatto che si gioca poco anche nella nazionale forse ci sarà una competizione l’anno forse è proprio questo che in Italia non si farà mai il salto di qualità per poter competere con le grandi nazionali.

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